Una crescita spaventosa a livello compositivo ed un approccio unico alla materia neo-classica che ha conquistato tutto il mondo. Vedere l’artista originario di Amburgo esibirsi alla Fríkirkjan di Reykjavík, nel corso dell’ultima edizione di Iceland Airwaves, è stato speciale e dopo un album bellissimo come ‘Oceanic’ mi aspettavo qualcos’altro di importante ma di sicuro non pensavo che questo artista, solo in apparenza timido e riservato, che tanto ama fondere le note del pianoforte con l’elettronica potesse spingersi a livelli tanto elevati. Per farlo si è trasferito sull’arcipelago del mare Glaciale Artico che dà il titolo all’album e, in completa solitudine, ha superato i propri limiti. ‘If’ è servito per presentare al pubblico un songwriting che si è fatto ancora più elaborato, tra minimalismo, synth e pop, eppure si mostra accessibile e diretto. Niklas Paschburg riesce a parlare col cuore e comunicare i suoi pensieri sull’ambiente, sul disagio sociale e sul senso di abbandono anche a chi non possiede un background classico o non è avvezzo ad un certo tipo di ascolti. In questo sta la grandezza di un musicista che ha saputo ergersi alle vette qualitative di colleghi come Nils Frahm, Ólafur Arnalds e Rival Consoles, regalandoci gemme quali ‘Bathing In Blue’, ‘Opera’ e ‘Winter Born’. Non fosse sufficiente, la produzione ed il missaggio sono stati curati da Andy Barlow dei Lamb, che ha scritto pagine di storia del trip hop oltre a collaborare con U2 e Placebo.