Questo è senza dubbio il disco black metal che ho ascoltato maggiormente negli ultimi mesi e non certo solo per la copertina di Leoncio Harmr, però credo sia giusto iniziare la recensione sottolineandone il valore perché in questo periodo dell’industria discografica dominato da singoli digitali, video e superficialità sotto tutti gli aspetti, un capolavoro del genere fa bene al cuore. I pionieri black metal francesi, presenti sul mitico tributo ai Mayhem di Avantgarde Music con una versione spettacolare di ‘I Am Thy Labyrinth’, per una volta si sono lasciati ispirare dalle band più giovani e da una scena che non smette di stupire e ormai compete su più livelli con quella scandinava e quella americana. Nella loro testa il trionfo di Lucifero è rappresentato da sette tracce portentose e occulte, dilanianti e capaci di inaugurare una nuova era per gli autori di ‘Les Blessures De L'Ame’ e ‘The Excellence’. Evidentemente la lezione di Regarde Le Hommes Tomber (tornati lo scorso anno con ‘Ascension’) e The Great Old Ones (artefici due anni orsono del mitico ‘Cosmicism’), entrambi passati da Les Acteurs De L’Ombre Productions a Season Of Mist, è servita a Alsvid e Heimoth per riaffacciarsi sul mercato, a otto anni di distanza da ‘The Howling Spirit’, con maggiori stimoli ed un impianto lirico di prima categoria. In tal senso le orchestrazioni sono solenni ed il verbo anti-cristiano, pronunciato dal nuovo frontman Saint Vincent (The Arrival of Satan, Vorkreist, Helegion), poggia su una classicità vetusta, identificata nell’incendio di Notre Dame, ma pure su divagazioni post-black in grado di attrarre giovani adepti ad un verbo satanico e maledettamente letale.