Finalmente è arrivato il momento di svelarvi la magia che c’è dietro a questo disco. Il gruppo di Losanna ha saputo fondere a meraviglia un mondo immaginario, senza condizionamenti mediatici, problemi climatici e suprusi di ogni tipo, con una miscela di noise rock, industrial, post-punk e psichedelia che travolge l’ascoltatore fin dai primi minuti. L’universo, caotico ma puro, disturbante ma allo stesso tempo spirituale e mistico, narrato dai Torpedo può essere interpretato sotto tanti punti di vista. Senza dubbio è la metafora di qualcosa che ci trasmette disagio e che nasconde un’urgenza spasmodica di distinguersi. Esattamente come i Torpedo riescono a distinguersi nel panoramal musicale moderno per la loro offerta sonora elitaria. La produzione è progredita tantissimo rispetto al precedente ‘Sphynx’ ed al colpire è soprattutto Carole Obère, sguardo letale, voce unica e chitarra che più punk non si può, in un’atmosfera a in bilico tra le sperimentazioni della Hummus, le visioni claustrofobiche dei Godflesh e echi di Sonic Youth e Motorpsycho. Al suo fianco l’altro fondatore, il bassista e tastierista Jérôme Diserens, ed il drummer olandese Andries Hannaart, che si preoccupa di mantenere elevata la tensione. Sette tracce, mixate da Jérémy Conne e tra le quali spiccano le portentose ‘Hell’ e ‘POEM’, che vi spingeranno in una dimensione a carattere introspettivo e sciamanico, in attesa di ammirare la rappresentazione dal vivo di un materiale tanto prezioso.