Non tutti hanno una seconda possibilità. Ce lo ricordano i britannici con ‘Pulling Stitches’, uno dei pezzi più viscerali di questo superbo secondo lavoro che segue di tre anni un debutto difficilmente superabile. Anche stavolta però la formazione guidata da Ryan Smith ha saputo mantenersi su livelli qualitativi elevati assemblando al meglio le influenze shoegaze, kraut e guitar pop anni ‘80. Ogni canzone è costruita su melodie avvolgenti, ritmiche ipnotiche e stacchi noise che trasportano l’ascoltatore in una dimensione sognante. Il disco è stato registrato presso i The Nave Studios di Leeds, sotto la supervisione di Alex Greaves (Working Men’s Club, Bo Ningen), con un accento particolare sulle sfumature lo-fi e indie. ‘It’s Just A Bit Of Blood’ – promossa col clamoroso videoclip girato da Chris Tomsett (Uncle Acid And The Deadbeats) - e ‘Advertisement One’ esemplificano un sound capace di riflettere un approccio live trascinante. Le influenze di Twin Cabins, Slowdive e Portishead sono evidenti ma appare altrettanto palese come i bdrmm abbiano assorbito tanto dall’elettronica moderna, da artisti quali Kelly Lee Owens e The Smile e, perché no, anche da Mogwai e Arab Strap, con cui condividono l’etichetta. ‘I Don’t Know’ è eccezionale nella sua complessità, ma allo stesso costruito su otto movimenti che presi singolarmente sono in grado di fare la differenza. La consacrazione internazionale è sul serio ad un passo.