A pochi mesi dalla release di ‘The Seventh Sun’ dei Bury Tomorrow e quasi in contemporanea con l’uscita del secondo full lenght dei Vexed, il quartetto mathcore di base a Londra immette sul mercato il successore di ‘Mirrors’ a conferma di quanto sia attiva e brulicante la scena britannica in questo periodo. Sono sufficienti pochi minuti per rendersi conto che i Pupil Slicer non hanno smarrito minimamente la loro attitudine violenza e dissennata, ma anche che hanno cercato di proporre qualcosa di nuovo senza limitarsi a ripetere l’esperienza sonora precedente. Ciò è molto interessante perché già il livello di aggressività era tale da mettere in serio pericolo i propri fan. Adesso che ‘Blossom’ introduce una materia pronta per essere dilatata, modellata e addirittura sconvolta dal vivo, c’è sul serio da preoccuparsi. Kate Davies è una furia, tecnicamente è cresciuta ancora ed il suo verbo viaggia parallelo al rumore prodotto dalla sua chitarra. ‘Momentary Actuality’, ‘Creating the Devil in Our Image’ e ‘The Song at Creation's End’ sono pezzi che descrivono molto bene il disagio che sta sperimentando il genere umano negli ultimi anni e la visione distopica e horror alla base dei testi si concilia bene con influenze che vanno dal metalcore all’industrial. Luke Fabian e Josh Andrews costituiscono una sezione ritmica da paura, Frank Muir (Shattered Knees) supporta Kate alla sei corde mentre Lewis Johns, produttore tra gli altri di Ithaca, Rolo Tomassi e Knife Bride, ha saputo spingere i ragazzi su un livello superiore senza intaccare la loro volgare spontaneità. ‘Departure In Solitude’ apre al djent ed in alcuni frangenti le clean vocals lasciano intendere una possibile apertura a soluzioni melodiche più robuste per il futuro. Scordatevi però che i Pupil Slicer scendano a compromessi. Non è proprio nelle loro corde.