Thrash, death, extreme metal. Ma quando mi ricapita di scrivere di un disco che si intitola ‘Christus Hypercubus’. É roba da mandare fuori di testa anche Burzum. Gli svizzeri non sono certo dei ragazzini, al contrario sono attivi dal 1984 e si sono guadagnati il rispetto del circuito locale grazie ad un songwriting coraggioso e ad una coerenza indubitabile. I tempi di ‘Extreme Cold Weather’ e ‘Choir Of Horrors’, che uscì per Noise Records – etichetta che si avventò sul mercato heavy metal come se dovesse dominare tutto da lì a poco e che invece fallì miseramente – come i due lavori successivi, sono lontani ma il successore di ‘Fracmont’ è un disco focalizzato e curato nei dettagli che spicca nel catalogo di High Roller. Marcus Seebach ha preso il posto di Andy Kaina, morto un anno e mezzo fa circa a causa di un infarto, e la sua voce ben si adatta a pezzi catartici come ‘Sikhote Alin’ e ‘Speed Sucker Romance’. Il guitar work di R.B. Brögi e V.O. Pulver è eccellente e ‘Once Upon A Time… NOTHING’ è forse il pezzo più veloce di sempre nella loro discografia. Thrash/death che arriva nei denti come una mazzata e che non perde smalto col passare dei minuti.