La Finlandia stupisce ancora con questo debutto discografico che lascia di sasso per l’efficacia dell’ibrido tra dark doom, post-metal, sludge e industrial. Se tali influenze rientrano nel vostro spettro sonoro e in generale se amate tutto ciò che è cupo e misterioso, questa scarica di oscurità alla fine del mondo potrebbe essere l’ultima scossa di rilievo di questa fine dell’anno. La band ruota attorno a Markus Alavire (voci, chitarre, basso e programming), Lasse Girs (voci, chitarre, basso e tastiere) e Tuomo Heiti (batteria) e la registrazione di queste sette tracce possiede tutte le caratteristiche delle release underground (a distribuire il disco è Inverse Records che ricordiamo tra gli altri per Boreal Grave e Rioghan) eppure è di una professionalità impeccabile. Il suono è volgare e potentissimo, sporco quanto basta ma letale nei momenti giusti e, tra un rallentamento cosmico e l’altro, i testi parlano di relazioni umane svanite per esseri umani ormai privi di qualsiasi tipo di speranza. Quello che ci rimane è aggrapparsi all’arte e gli Hope Is A Lie, incuranti del monto che sta collassando, citano Amenra, Insomnium e Neurosis dimostrando nel contempo una personalità rara da trovare in circolazione. I singoli ‘Dance’ e ‘End Of Days’ sono perfetti per avvicinarsi all’ascolto con prudenza, ma in scaletta spiccano anche ‘Into The Flames’ e la collaborazione con gli Amber Shadows (‘Suits’).