Per chi scrive e molti di coloro che leggeranno questa recensione i Cynic hanno rappresentato un vero e proprio viatico verso la scoperta di altri generi e un"apertura mentale che le nostre presuntuose coscienze pretendono sempre di più col passare del tempo. Conoscendo l"intelligenza dei protagonisti di questa reunion posso immaginare che loro stessi si rendessero conto prima di entrare in studio di registrazione di quanto fosse difficile ripetere un disco come "Focus". Sono passati quindici anni da quando i Cynic sconvolsero il mondo del metal estremo aggiungendo alle fitte trame del death raffinati elementi jazz e progressive. In tutto questo tempo tra fortune alterne e progetti di varia estrazione Paul Masvidal, Sean Reinert e Sean Malone hanno sempre avuto come sogno quello di proseguire quel percorso irto di ostacoli ma capace di elevare il gruppo a livelli di culto. Nascono così le canzoni che vanno a formare "Traced In Air", come dice il titolo libere nell"aere e incapaci di essere catalogate. Tra queste spiccano "The Space For This", "The Unknown Guest" e "King Of Those Who Know" con quest"ultima che si pone in equilibrio perfetto tra il gruppo che fu e quello che ancora oggi toglie il fiato con passaggi strumentali fuori categoria. Saranno necessari numerosi ascolti per apprezzare pienamente tutte le sfumature di una sezione ritmica travolgente e un estro chitarristico fuori dal comune ma nonostante l"assenza di Jason Gobel si faccia sentire i momenti di eccellenza non sono pochi e la soddisfazione piena.