Devo ammettere che dopo avere ascoltato 'Conditioned' ero sicuro che anche 'Road Salt Two' si sarebbe immolato ai non eccelsi livelli del suo predecessore. Invece rimango a bocca aperta per come gli svedesi sono riusciti a reinventarsi alle vette del genere in seguito ad un lungo periodo di siccità creativa. E' evidente che lo spostarsi su altri territori, sperimentare soluzioni più melodiche e avvicinarsi a tratti a dinamiche più alternative che prog abbia aiutato Daniel Gildenlöw a recuperare la necessaria freschezza compositiva ma è altrettanto palese come in questi casi contino i fatti. Risultati alla mano queste dodici canzoni sono quanto di meglio il prog metal ha prodotto in quest'anno non dimenticando l'apporto dei colleghi di etichetta Leprous. La prestazione di Leo Margarit dietro le pelli è monumentale e finalmente anche il guitar work di Johan Hallgren è immune da derivazioni pur collocandosi spesso in ambiti molteplici. 'Road Salt Two' rappresenta l'interezza del prog in tutte le sue venature, è omogeneo, lineare, capace di offrire spunti armonici come 'Softly She Cries' e poi spaventare con il growl di 'Mortar Grind'. Notevole lo spessore cinematico di 'To The Shoreline' e splendidi i contorni jazz di 'Eleven' per un disco che ci riconsegna un gruppo in grado di farci sognare.