Ognuno di noi ha qualche gruppo feticcio che venera indipendentemente dalla frequenza delle sue uscite o dal successo che riscuote ed al quale concede qualunque errore. Per il sottoscritto uno di questi sono sicuramente i Seigmen che ho avuto l'onore di ammirare di spalla ai The Gathering, con dei giovanissimi Lacuna Coil di supporto. I norvegesi avevano da poco pubblicato 'Radiowaves' ed in patria erano primi nelle classifiche con il loro irresistibile pop rock pompato da synth analogici ed influenze new wave. La mossa di trasferirsi negli Stati Uniti e cambiare nome in Zeromancer permise agli appassionati di godere di altri album favolosi e singoli di facile presa. I problemi di salute del bassista-compositore Kim Ljung, che hanno costretto gli autori di 'Bye-Bye Borderline' ad una pausa forzata, nonché il desiderio di festeggiare nel miglior modo possibile i vent'anni di 'Total' e 'Metropolis' sono state le chiavi dietro al ritorno in studio. La lunga assenza dalle scene non conta e 'Enola' è un avvincente esemplare di dark pop malinconico con pezzi mostruosi come 'Forevig Og Alltid' e 'Tenn Alle Lys' che aspettano soltanto di essere consumate dal vivo. La registrazione è onesta ed il suono dell'album estremamente naturale. In fondo ritornelli lascivi come quelli di 'Trøst' e 'Hvit Stjerne Hvit Støy' non hanno bisogno di artifici particolari per arrivare al cuore di chi ascolta. Per tutta la scaletta si percepisce la derivazione da Dave Gahan del vocalist Alex Møklebust e la scelta della lingua madre non inficia mai l'immediatezza dei ritornelli.