Sono tempi difficili per il music business e capita di essere spinti a tornare in studio di registrazione anche prima del dovuto. Questo è successo ai tedeschi che negli ultimi anni hanno saputo accrescere il loro consenso fuori dai propri confini e costruirsi una certa credibilità all’interno degli uffici della loro etichetta. La title track e la viscida ‘Into The Wormhole’ aprono le danze in maniera inconsueta ma sono sufficienti un paio di ascolti per rendersi conto che ‘Rough Times’ è caratterizzato da due ottimi pezzi (‘Skeleton Blues’ e ‘Words Of Evil’), forse tra i migliori mai scritti dal trio guidato da Christop “Lupus” Lindemann, e altri che soffrono di scarso amalgama e carenza di idee. ‘Tribulation Nation’ è un singolo un po' scontato con l’organo che sembra preso in prestito da un classico a caso dei Deep Purple mentre ‘You Found The Best In Me’ e ‘A L’Ombre Du Temps’ risultano totalmente inutili. Un peccato perché dal vivo i Kadavar sanno sempre cavarsela ed il loro hard rock vintage, ricco di retaggi seventies e parti soliste intriganti del chitarrista ma anche a cura della sezione ritmica formata da Christoph ‘Tiger’ Bartelt e Simon ‘Dragon’ Bouteloup. Una frenata improvvisa dopo l’ottimo ‘Berlin’.