Viva i defender. Viva il true metal. Il secondo lavoro in studio del gruppo di Philadelphia è perfetto per questi giorni in cui il sole comincia a picchiare di meno e nella nostra testa malata già balena l’idea di indossare di nuovo pelle e borchie. Il successore di ‘Endless Halls of Golden Totem’ parte fortissimo con un omaggio palese agli Iron Maiden (‘Autumn Fear Brings Winter Doom’) e un pezzo più rockeggiante, che avvicina i Blazon Rite a realtà come Visigoth o The Lord Weird Slough Feg (‘Salvage What You Can of the Night’). In generale il nuovo materiale appare decisamente catchy e diretto con grandi passaggi chitarristici a cura di James Kim (ex-Infernal Stronghold) e Pierson Roe (Nightghöul) e parti vocali che non si scostano nemmeno per mezzo secondo dagli anni ottanta e da capolavori come ‘Piece Of Mind’, ‘Powerslave’, ‘Somewhere In Time’. Johnny Halladay non possiede metà del talento di Bruce Dickinson ma ci prova ed il risultato non è niente male. Alcuni pezzi sono leggermente più progressive mentre altri trasmettono un feeling live coinvolgente. In attesa di capire se i Blazon Rite riusciranno ad imbararcarsi in qualche tour di valore, ‘Wild Rites And Ancient Songs’ è un must per gli appassionati di classic metal che desiderano scoprire nuove leve. L’unico punto debole sta forse nella copertina, un po’ banalotta. Il castello sembra quello del gioco da tavolo Carcassonne e la neve non evoca queste grandi magie, ma per una volta può bastare così.