In un anno ricco di uscite di valore in ambito deathcore, il gruppo originario di San Diego riesce sempre a distinguersi nella concorrenza e guardare tutti dall’alto verso il basso. I serrati impegni dal vivo ed una prolificità consistente, con questo siamo a nove album in sedici anni, non hanno intaccato l’approccio oltranzista e la carica aggressiva della line-up guidata Scott Ian Lewis, da un annetto circa completata dal chitarrista Neal Tiemann (ex-DevilDriver). A tratti il suono dei Carnifex potrà apparire scolastico o scontato, però le linee melodiche arrivano quasi sempre a destinazione, la sezione ritmica non ammette cali di tensione ed in scaletta vengono alternati molto bene pezzi dal profilo più atmosferico, in linea con quelli di ‘Graveside Confessions’ e con le tastiere in primo piano, ed altri legati ai capitoli più violenti e distruttivi della loro storia. Tom Barber (Darko, Chelsea Grin) appare nella micidiale ‘Death’s Forgotten Children’ mentre ‘Crowned In Everblack’ è un dichiarato omaggio a Trevor Strnad, il frontman dei The Black Dahliar Murder che si è tolto la vita l’anno passato. Da segnalare anche la title track, ‘The Pathless Forest’ e ‘How The Knife Gets Twisted’ per un lavoro che manterrà immutate le gerarchie del genere, grazie alla foga ed all’intelligenza del leader ma soprattutto alla qualità del guitar work di Cory Arford e Jordan Lockrey.