Quella islandese è la classica formazione vintage che non riesce proprio ad entusiasmarmi. Già i primi due lavori in studio mi avevano lasciato piuttosto indifferente ma ho voluto in ogni caso ho voluto concedere al trio un'altra possibilità. Sul fatto che Óskar Logi Ágústsson possa diventare un bel personaggio ci sono pochi dubbi. E' giovane, sa suonare la chitarra e possiede l'attitudine giusta per farsi largo nell'ambiente musicale. Il suo approccio agli anni settanta è però quello del ragazzino che trova un pacco di vinili dei genitori in soffitta e si dedica al recupero di tale tesoro con stupore e devozione assoluta. Il problema è che ai Vintage Caravan mancano quella ispirazione e quella carica adrenalinica che sono state alla base della diffusione dell'hard rock e dello space rock. 'Arrival', presentato con un eccellente artwork realizzato da David Paul Seymour, non appare quasi mai in grado di attrarre chi si pone all'ascolto. I passaggi veramente validi coincidono con 'Eclipsed' e 'Winter Queen' ed il resto svanisce presto nel medesimo immaginario cosmico costruito ad arte dai musicisti in questione.