Per almeno tre anni, ovvero il periodo che ha visto la pubblicazione di ‘An End Has a Start’ e ‘In This Light And On This Evening’ gli Editors hanno dominato la scena inglese e buona parte del resto del mondo, la loro carriera era in costante ascesa e ogni mossa veniva accolta con entusiasmo contagioso dal pubblico e dalla critica. Poi qualcosa ha cominciato a scricchiolare, Chris Urbanowicz se n’è andato, i lunghi tour hanno appesantito i rapporti tra i membri e non è un mistero che ‘The Weight Of Your Love’ abbia deluso le aspettative di molti. Per la prima volta gli Editors sembravano stanchi, privi di idee e compiaciuti del loro status di rockstar internazionali. Come tanti altri insomma. Con l’intento di ritrovare serenità si sono ritirati nell’isolamento di Crear, nelle Western Highlands, e ha lasciato che Alan Moulder mixasse i brani senza la minima interferenza. Rahi Rezvani si è invece occupato di tradurre in immagini una visione in cui l’elettronica ricopre ancora un ruolo essenziale. Tom Smith non ha smesso di sperimentare con i sintetizzatori, a dispetto dell'approccio più organico e diretto degli esordi, e la sua ricerca in ambito pop lo ha spinto a dipingere splendidi quadri melodici in cui vecchi e nuovi fans sapranno ritrovarsi. ‘No Harm’ è un’introduzione magnifica ed in assoluto una delle canzoni più avvincenti mai scritta dalla band, cresciuta ascoltando i vinili di Bauhaus e Joy Division, mentre ‘Ocean Of Night’ risplende della vibrante partecipazione di Rachel Goswell degli Slowdive. Seguono ‘Forgiveness’, forse il pezzo più scontato della release, ma soprattutto l’arrangiamento ambizioso di ‘Salvation’ nel quale si fatica a riconoscere la voce del leader. Micidiale l’accoppiata formata da ‘Life Is A Fear’ e ‘The Law’ così come la chiusura dilatata di ‘Marching Orders’. ‘Our Love’ rappresenta il legame con le sessioni di registrazione precedenti e ‘All The Kings’ una rilettura, riveduta e aggiornata, dell’impatto che ‘The Back Room’ ha avuto nella vita del cantante originario di Northampton. Un album meticoloso, capace di sedurre ed allo stesso tempo fare riflettere; più che altro un album che si apre all'ascoltatore come una pellicola dai risvolti oscuri, di cui non possiamo fare a meno di seguire ogni scena anche se è facile immaginare il finale.