Di ritorno dall’inaugurazione di una mostra di arte contemporanea, nello splendido Spazio Zero di Casalguidi che invito tutti a visitare, mi sono lasciato andare all’ascolto di queste due lunghe suite, suddivise rispettivamente in tre e otto movimenti, che Giuseppe Verticchio ha recuperato dagli archivi, in un probabile vezzo nostalgico. Uno dei punti di forza di quest’album magnifico è il tenore sperimentale che ci riporta indietro nel tempo a lavori come ‘The Impossible Days’ e ‘Subterranean Thoughts’. Un altro coincide con la purezza di queste registrazioni, senza overdub o successivi ritocchi, a carattere esclusivamente elettronico. A qualcuno mancheranno field recordings o stratificazioni più complesse, ma ‘Caustic’ e ‘Composite’ mettono in vetrina un maestro del dark ambient nel proprio laboratorio preferito, tra synth modulari, oscillatori e altre macchine infernali. Il terzo punto di forza, e così mi riconcilio con l’introduzione, sta nella possibile aderenza del materiale con installazioni di arte contemporanea, per il carattere forte, pressante e violento dei drone creati. Chiudendo gli occhi e scorrendo le tracce dipinti, sculture, oggetti e composizioni si visualizzeranno nella vostra testa, arricchendovi culturalmente e stimolando il vostro intelletto.