-Core
Nimh
Italia
Pubblicato il 02/04/2008 da Lorenzo Becciani

Potresti intanto introdurre a chi ancora non ti conosce le tue origini come musicista e i passi più significativi della tua carriera?
Senza soffermarmi sulle mie esperienze più giovanili, degli anni cioè in cui, come molti altri ragazzi della mia generazione, amavo suonare per puro divertimento con degli amici in piccole formazioni dedite principalmente a proporre musica di tipo pop-country-rock, posso dire che il mio interesse verso la musica sperimentale è nato come naturale evoluzione di un precedente interesse nato negli anni "80 verso musica di tipo pop-elettronico, passando per una fase per così dire “intermedia” durante la quale imparai a conoscere e apprezzare la musica elettronica della scena tedesca, Klaus Schulze e Tangerine Dream in primo luogo.  Partendo in particolar modo da Klaus Schulze e da "Timewind", l"album che più di ogni altro ha contribuito a dare una sostanziale "svolta" ai miei interessi musicali, è seguito poi un lungo percorso di maturazione individuale e ricerca che, negli anni a seguire, ha cambiato in modo significativo il corso della mia vita, non soltanto in senso artistico-musicale, ma anche dal punto di vista più prettamente personale, giacché con il passare del tempo la musica si è trovata sempre più prepotentemente al centro dei miei interessi e delle mie attività quotidiane. L"incontro con il primo Cubase, all"epoca ancora un elementare software musicale atto a comporre musica utilizzando via midi dei sintetizzatori esterni, mi ha condotto nei primi anni "90 alle prime sperimentazioni nell"ambito della musica elettronica, e da lì nel giro di alcuni anni il mio interesse verso la musica elettronica e la sperimentazione in senso più generale è diventato parte sempre più importante della mia vita. Dopo aver realizzato alcune cassette, e più in là nel tempo alcuni CD-R autoprodotti artigianalmente in limitatissime edizioni circolate in un numero di copie davvero esiguo, è stato soltanto nel 2002 che ho visto pubblicati ufficialmente su CD-R per due etichette specializzate del settore (l"italiana Afe Records di Andrea Marutti e la francese Taâlem di Jean-Marc Boucher) i miei due lavori "Frozen" e "Lanna Memories". In questo periodo, anche grazie alla diffusione di internet, ho instaurato amicizie e contatti con molte altre persone che come me, a vario titolo, si interessavano di musica elettronica, ambient, sperimentazione. Tappa assolutamente fondamentale per la mia attività è stata la pubblicazione nel 2004 dal parte di Stefano Gentile di Amplexus (storica etichetta italiana che vanta pubblicazioni di CD di artisti di fama internazionale come Steve Roach, Robert Rich, Michael Stearns, Loren Nerell, Mathias Grassow, Vidna Obmana, Amir Baghiri, Aube, Alio Die e Amon) dei miei due CD "The Impossible Days" e "Whispers From The Ashes", il primo a nome Nimh, pseudonimo con il quale ho firmato tutti i miei album in solo a partire dal 2001, il secondo in collaborazione con Nefelheim. Dopo questa esperienza, grazie anche al sincero interesse dimostrato da Stefano Gentile verso la mia musica, e all"estrema professionalità con cui lo stesso ha curato la pubblicazione e la diffusione di questi miei primi lavori,  sono seguite diverse altre pubblicazioni di CD, non più però attraverso Amplexus ma attraverso Silentes, la nuova etichetta lanciata nel 2005 dallo stesso Gentile, etichetta che di fatto ha sostituito e soppiantato Amplexus ampliandone le prospettive, il raggio d"azione, e aprendosi a forme musicali più variate rispetto a quanto fatto in passato.  In questi ultimi anni ho inoltre lavorato spesso in collaborazione con altri artisti, e ognuna di queste esperienze ha segnato una tappa importante nella mia attività artistica. Oltre alla già citata collaborazione con Nefelheim desidero citare quella con l"iraniano Amir Baghiri, con cui ho realizzato "Entities", quella davvero entusiasmante con Maurizio Bianchi/M.B, da cui è nato il box quadruplo "Together"s Symphony",  e quella più recente con Andrea Marutti/Amon, a seguito della quale sono nati "Sator", pubblicato da Mauro Berchi della Eibon, e  "Reflections On Black", pubblicato ancora da Silentes a nome Hall Of Mirrors. Ci tengo tra le altre collaborazioni a menzionare anche il significativo "Rework" di "The Missing Tapes firmato Aube e  pubblicato sempre da Silentes nel 2007 con il titolo "Aube Reworks Nimh Vol. 1".

A livello elettronico la scuola di Berlino è stata l"influenza maggiore o ce ne sono altre che ti piacerebbe sottolineare ?
Ho già accennato all"importanza fondamentale che ha avuto l"influenza della musica della scuola di Berlino per quanto riguarda la mia formazione e la mia crescita, ma questo soprattutto nella fase in cui mi avvicinavo per la prima volta a forme musicali meno ordinarie e di tipo non convenzionale. In seguito sono stato sostanzialmente influenzato da artisti attivi nell"area più prettamente ambient, e qui è quasi superfluo citare Brian Eno, e da artisti/formazioni attivi in un contesto ambient-etnico-rituale come Steve Roach, Vidna Obmana, Amir Baghiri, Jorge Reyes, Coyote Oldman, Forrest Fang, Lights in a Fat City, Tuu,  O Yuki Conjugate, Mathias Grassow. Tra gli altri artisti  che in vario modo mi hanno fortemente influenzato citerei anche Laszlo Hortobagyi, Rapoon, Jeff Greinke, Ruediger Lorenz, David Parsons, ma anche Pauline Oliveros, Stuart Dempster, Stephan Micus, Stephen Scott,  Klaus Wiese, e vari artisti/progetti in area dark-ambient e dintorni, quali Thomas Koener, Caul, Lustmord, Lull, Desiderii Marginis, Raison D"Etre, Nordvargr. Tra le altre influenze fondamentali desidero sottolineare il mio amore per la musica etnica e per gli strumenti etnici, divenuti nel tempo un elemento chiave per quanto riguarda la strumentazione che utilizzo abitualmente per realizzare la mia musica.

Cos"è ambient per te ?
Credo che ci sia una grossa confusione intorno al termine ambient, forse perché è possibile ricondurre in qualche modo a questa definizione diversi "filoni" musicali, anche piuttosto diversi tra loro, di diversa estrazione e nati da evoluzioni progressive di altri generi musicali a volte persino apparentemente inconciliabili tra loro (elettronica popolare, metal, techno, new age) che però nella loro metamorfosi estrema finiscono per condividere alcuni elementi comuni, quali una certa staticità/lentezza di base per quanto riguarda la forma compositiva, atmosfere e sonorità sostanzialmente quiete o comunque non ritmiche e non aggressive, assenza di parti cantate nel senso tradizionale del termine o melodie molto marcate, un certo (auspicabile almeno) spirito di ricerca e innovazione, soprattutto per quanto riguarda la scelta delle sorgenti sonore.  Poi però ci sono ancora le sotto-classificazioni e le "contaminazioni" dark-ambient, ritual-ambient, black-ambient, drone-ambient, ambient "meditativa", ambient-sperimentale, ambient-elettronica e così via. E" un po" difficile dire esattamente cosa sia per me la musica ambient. Credo sia un po" tutto questo, ma al di là delle "etichette", per forza di cose molto limitanti e poco esplicative, credo che in ciò che viene comunemente definito musica ambient esistano diverse "correnti", di diversa ispirazione e con diversi obiettivi. Esiste dell"ottima e genuina musica ambient  in circolazione, e prodotti invece di basso livello, poco ambiziosi, talvolta anche un po" ruffiani, che si lasciano facilmente dimenticare dopo il primo ascolto. Usare il termine ambient per definire un album significa fornire soltanto un piccolo indizio, fornire un" indicazione molto "di massima" sui reali contenuti della  musica che si sta cercando di descrivere, comunque non certo sufficiente ad identificarla con la necessaria chiarezza e univocità.

Anche la componente etnico-rituale ha assunto un ruolo importante negli anni. Quali sono le differenze sostanziali tra "The Unkept Secrets" e i tuoi dischi precedenti ?
Sicuramente le componenti etnico-rituali hanno sempre svolto un ruolo significativo all"interno della mia musica, seppure negli ultimi anni tali elementi sono spesso profondamente miscelati e integrati a suoni/atmosfere di natura molto diversa ed eterogenea, e per questo sono di fatto meno "esibiti", appaiono cioè in forma più "subliminale" rispetto ad altre esperienze del passato. Dico questo come considerazione generale, ma mi contraddico immediatamente sottolineando come invece nel recente "The Missing Tapes", licenziato da Silentes, tali elementi etnico-rituali siano invece tornati prepotentemente in primo piano, assolutamente protagonisti della musica e del CD. I miei dischi comunque sono spesso molto diversi tra loro, e questo per una mia irrinunciabile e istintiva esigenza di ricercare ogni volta nuove forme sonore, nuove soluzioni, nuovi stimoli, nuovi obiettivi, nuovi  approcci compositivi, nuove atmosfere. Chi conosce bene tutta la mia produzione può comunque cogliere un"impronta tutto sommato piuttosto riconoscibile all"interno dei miei vari lavori, ma chi non ha seguito tutto il mio percorso e non ha avuto modo di ascoltare tutti i miei CD difficilmente potrebbe cogliere quel marchio e quell"esile filo conduttore che comunque lega, ad esempio, album come "The Unkept Secrets", "The Missing Tapes", "Secluded Truths", "Whispers From The Ashes", "Sator", "Frozen" o "Line Of Fire" giusto per citarne alcuni. I miei album variano da situazioni più tipicamente ambientali, ad atmosfere più spiccatamente sperimentali, da album in cui è forte l"elemento etnico-rituale a dischi in cui prevalgono sonorità marcatamente sintetiche; da  lavori in cui è assolutamente assente qualsiasi pur minimo elemento melodico, a dischi in cui strumenti tradizionali (come la chitarra ad esempio) sviluppano magari parti di chiara impronta musicale.  Per quanto riguarda in particolare "The Unkept Secrets", lo considero, almeno idealmente, come ultimo capitolo di una "trilogia" iniziata con "The Impossible Days" e proseguita con il successivo "Subterranean Thoughts". Con questi due album condivide un approccio compositivo molto simile, mirato a trovare una difficile "sintesi", in qualche modo inedita e al tempo stesso abbastanza "spinta" e ambiziosa negli intenti, di elementi elettronici, drones, suoni di strumenti etnici pesantemente trattati, registrazioni ambientali, voci. Il tutto attraverso una complessa ricerca dal punto di vista delle sorgenti sonore da utilizzare, un lungo lavoro di registrazione di parti di vario genere, e una fase di lavoro finale molto articolata, minuziosa, "meditata" e "millimetrica" direi, per quanto riguarda l"editing/montaggio/assemblaggio/mixing delle singole tracce di ogni brano. A ciò è seguito ovviamente un altrettanto meticoloso lavoro per quanto riguarda il mastering finale, fase conclusiva assolutamente "decisiva" per valorizzare al meglio il risultato di tutto il precedente lavoro. L"elemento in un certo senso "nuovo", o comunque di maggiore rilievo riscontrabile in "The Unkept Secret", è la presenza abbastanza costante di parti e suoni di chitarra elettrica più o meno effettata/trattata.  Anche in passato avevo utilizzato talvolta la chitarra elettrica, ma solo per brevi parti, singoli suoni, distorsioni, feedbacks, interventi spesso molto "sotterranei" e  poco riconoscibili. In "The Unkpet Secrets" invece la chitarra emerge spesso in modo molto evidente, assumendo a tratti ruolo di protagonista ed elemento chiave dei brani.

Vuoi descriverci l"album traccia per traccia ?
Provo a farlo, anche se forse mi riesce un po" difficile parlare nel dettaglio della mia musica e dei singoli brani dei miei album. Il primo breve brano, "Meridians", nasce sostanzialmente dalla sovrapposizione, ad una parte suonata con la chitarra elettrica, di voci/rumori/suoni registrati da televisioni satellitari. Un brano molto semplice nella forma, quasi post-rock, come ha detto qualcuno, che funge da introduzione. "Visions in Black" è un brano dalla atmosfere molto dark, costituito al suo interno da diversi momenti, costruito con drones profondi, parti ritmiche quasi industriali, arpeggi di chitarra elettrica distorta, suoni di natura sintetica, parti di voce profondamente elaborate elettronicamente, e una certa quantità di "substrati" sonori realizzati fondendo suoni acustici, elettronici, registrazioni ambientali, anche qui tutto profondamente processato/rielaborato elettronicamente. "The Call" inizia anch"essa descrivendo atmosfere piuttosto oscure, attraverso suoni di field recordings, vento, metalli, voci, discreti elementi percussivi, fondi di drones elettronici, per poi virare in una direzione decisamente più "musicale" in cui è prevalente la presenza di parti di chitarra stratificate., manciate di note, arpeggi. "Linga" è il brano d"impronta più spiccatamente "rituale", in cui, sovrapposta a parti costruite per lo più con suoni di natura elettronica caratterizzate da una lenta cadenza ritmico-ripetitiva, compare il canto armonico di Nefelheim, che con voce profonda e gutturale canta/recita un mantra buddista. In questo brano compaiono anche suoni di cembali, e una breve apertura melodica a base di chitarra elettrica trattata con effetti, dal suono molto sintetico; si tratta idealmente di una sorta di "cerimoniale elettronico". "The Unkept Secret" torna su atmosfere molto oscure e drone-oriented, con esplosioni di basse frequenze, scariche elettriche, voci confuse in un complesso e stratificato magma sonoro. Anche qui, nella seconda parte del brano, compare il suono deciso, molto aspro e "tagliente", di una chitarra elettrica distorta e pesantemente effettata. "The Ending Nightmare" è un breve brano che unisce suoni di origine elettronica e molto vagamente "space" a rumori, voci trattate, drones, sibili, suoni di strumenti etnici dilatati e resi irriconoscibili. Anche qui, poco distinguibili, appaiono alcune note basse di chitarra trattata, mentre sul finale appare in modo più  intellegibile una parte acustica registrata con uno strumento a tre corde thailandese, il jackee. Il conclusivo "One More Ride On The Merry-go-round", brano dedicato a Tiziano Terzani, che prende il titolo dall"ultimo libro scritto in vita da questo straordinario personaggio, scrittore, viaggiatore e pensatore (libro intitolato appunto "Un Altro Giro Di Giostra")  è una sorta di semplice e brevissimo "bozzetto melodico" di chiusura, realizzato attraverso l"utilizzo di una parte spiccatamente melodica di chitarra, in un certo senso molto "infantile"e orecchiabile nella sua essenza, "poggiata" su confusi, distorti e ovattati sfondi, anch"essi, originariamente, d"impronta evidentemente melodica..

(segue)

Nimh
From Italia

Discography
Lanna Memories (2002)
Frozen (2002)
The Impossible Days (2004)
Line Of Fire (2005)
Subterranean Thoughts (2005)
The Missing Tapes (2007)
The Unkept Secrets (2008)
Travel Diary (2009)
Krungthep Archives (2011)
This Crying Era (2012)
Black Silences (2015)
Circles Of The Vain Prayers (2016)
Beyond The Crying Era (2019)
Iron And Ice (2022)
Early Electronic Works – Caustic/Composite (2022)